Negli ultimi anni si è sentito spesso parlare del Bridge Loan, più facilmente in italiano “Prestito Ponte”. Questa locuzione sta ad indicare un prestito concesso per un breve periodo di tempo da parte di istituti di credito in attesa di ricezione di altri fondi a lungo termine. In questo caso si tratta di un prestito da 500 milioni che costituisce un’anticipazione rispetto all’operazione di project financing che la società sta costruendo con alcune banche italiane ed estere e che arriverà a 3,5 miliardi di euro.
Se dunque la necessità è quella di liquidità per far fronte ad un’urgenza, il prestito ponte rappresenta una, seppur momentanea, soluzione, utilizzata da organizzazioni finanziarie internazionali come PMI e BCE o grandi Banche con aziende ad un certo livello. Il Bridge Loan vede dunque normalmente coinvolti due tipi di soggetti: l’istituto finanziario e il beneficiario, più un terzo soggetto che giustifica la concessione del prestito stesso e che assolve la funzione di mediatore nella fase di negoziazione.
Per quanto riguarda le aziende, queste possono beneficiare del Bridge Loan quando sono in grado di dimostrare un’attendibile aspettativa di disporre di risorse per impegnarsi in attività di finanziamento a lungo termine entro un breve periodo. In questo modo possono continuare il proprio lavoro fino a quando le risorse saranno disponibili come garanzia per finanziamenti a lungo termine. È così che molte Imprese sono in grado di comprare nuove attrezzature ed edifici senza dover interrompere l’attività.
Detto questo risulta evidente il motivo per cui questo sistema di prestito non è inserito in maniera permanente nelle offerte date dalle Banche, e come mai in Italia sia concretizzato solo come risposta alle emergenze sociali legate alle difficoltà delle grandi aziende e non (o poco) a quelle di privati.
Il finanziamento ponte è perciò ideale per raggiungere obiettivi finanziari evitando che circostanze temporanee possano mettere concretamente in pericolo il futuro dell’Azienda.
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